L’ubriaco

Testo L’ubriaco:

Appoggiato sulle braccia

dietro al vetro d’un bicchiere

alza appena un po’ la faccia

e domanda ancor da bere.

 

I rumori della strada

filtran piano alle pareti

dorme il gatto sulla panca

e lo sporco appanna i vetri.

 

Cade il vino nel bicchiere

poi nessuno più si muove

e non sai se fuori all’aria

ci sia il sole oppur se piove.

 

E quell’uomo si ricorda

e per uno scherzo atroce

quasi il vino gli dà forza

l’illusione gli dà voce.

 

E si alza sulle gambe

sbarra gli occhi e poi traballa

come con i riflettori

sopra al gesto delle braccia.

 

Ma si ferma all’improvviso

e ricade giù a sedere

torna l’ombra sul suo viso

torna il vino nel bicchiere.

 

E lontano oltre nel tempo

una folla misteriosa

è scattata tutta in piedi

grida: “Bravo, bene, ancora!”

 

Son tornati i riflettori

sul suo viso e sulle mani

si alza e accenna ad un inchino

per quei pubblici lontani.

 

E più forte fra quei muri

quella voce ora si è alzata

e fa tintinnare i vetri

e rimbalza sulla strada.

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