L’amore è una dittatura

Testo “L’amore è una dittatura” di The Zen Circus a Sanremo 2019:

Ci hanno visti nuotare in acque alte fino alle ginocchia

Ed inchinarci alle zanzare pregandole di non mescolare

Il nostro sangue a quello dei topi arrivati in massa con le maree

Le porte aperte, i porti chiusi, e sorrisi agli sconosciuti

Che ci guardano attoniti mentre ci baciamo,

Da uomo a uomo, mano nella mano

Una sigaretta non lo racconta ci vuole forse una vita intera

O una canzone non certo questa,

Altri maestri, altri genitori

Che non rinfacciano quello che sei, quello che vuoi

Quello che eri

Esistere è giusto un momento

Chi vive nel tempo muore contento

E sì, ci hanno visti contare le pietre di questo deserto

Pazienza, perdere tempo con il cielo, farlo di lavoro

Pagati per immaginare qualcosa che non puoi fotografare

Mi spiego meglio, senza nascondermi dietro a cazzate

Scritte per caso in questa palestra dell’orrore

Ecco la pietra, ecco il peccato,

Un cane pastore lo fa per amore,

Non per denaro, non per rancore,

Non per la lana esiste il gregge

Né per la legge

Siamo delle antenne, dei televisori

Emettiamo storie che fanno rumore

Cerchiamo la donna della vita o l’uomo della morte

Strade interrotte, eterni sorrisi, figli sangue del nostro lavoro

Non ci somiglieranno, figli ormai del mondo intero

E perdere la monotonia di quando tutto era al suo posto

I topi cacciati, debellati, mostri tutti sotto al letto

E lasciar volare via quell’abbraccio conosciuto

Di chi in nome del tuo bene ha distrutto il tuo passato

Quando arrivi tu se ne vanno gli altri

Sai che non va bene ma ti piace arrangiarti

Come fanno in quei paesi che non sappiamo pronunciare

Ma che ci piace addomesticare a parole

Ero presente al momento dei fatti

Il fatto non sussiste

Mettetelo agli atti

Ma non hai paura di nessuno

Se non della tua statura

Hai la democrazia dentro al cuore

Ma l’amore è una dittatura

Fatta di imperativi categorici

Ma nessuna esecuzione

Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione

Tu stammi vicino, anzi lontano abbastanza

Per guardarti il viso dalla stanza dei miei occhi

Aperti o chiusi, non importa

Sono occhi quindi comunque una porta aperta

Il tempo passa lo senti da questo orologio

Mentre lavori dentro un bar, ad una pressa o in un ufficio e…

E speri ancora che qualcuno sia lì fuori ad aspettarti,

Non per chiederti dei soldi, neanche per derubarti,

Non per venderti la droga e soffiarti il posto di lavoro

Ma per urlarti in faccia, che sei l’unica, sei il solo

Sei l’unica, sei il solo

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