La memoria e il mare

Testo La memoria e il mare:

La marea io ce l’ho nel cuore

E mi rimonta come un segno

Muoio del mio male minore

Del mio bambino e del mio cigno

E come un battello che ormeggia

Sul porto della giustizia

E piange dal mio firmamento

Per anni luce e di tormento

Io sono il fantasma Jersey

Illusorio nella notte

Per darti una foschia di baci

E chiuderti fra le sue rime

Come un tremore a luglio

Ruggiva il lupo solitario

Fra le stelle un lucernario

Alle dita della sabbia e della terra…

Ricorda tu, il cane di mare

Che liberiamo in bianco e nero

Chi grida nel deserto

L’albero di ogni cimitero

Io son sicuro che la vita è là

Coi suoi polmoni di flanella

Quando rimpiange il suo passato

Il freddo grigio e il suo afflato

Che ci ricorda ogni sera

E le corse vinte sulla schiuma

(che è come bava di cavalli)

Scalfendo le rocce e i coralli

Oh angelo dei piaceri andati

Oh rumori di un’altra abitudine

Quando nient’altro è il mio piacere

Che un dolore di solitudine…

Il diavolo della riconquista

Coi suoi pallori di riscossa

E lo squalo del paradiso

Nel centro umido del muschio

Torna ragazza verde dei fiordi

Torna violino dei ricordi

Nei porti suonan le zampogne

Per l’arrivo dei compagni

Il profumo di lago salato

Che irrompe dalle rosse piaghe

Ed io metro per metro esplorando

La tua ferita nel profondo

E nel confine del tuo bene

Fra le coperte e l’alba lieve

Una finestra sul refrain

Tu verde figlia del mio spleen

Le conchiglie figuranti

Sotto le luci del sole

Sono nacchere di Spagna

Livida al tramonto sul mare

Abbia pietà il dio del granito

La loro vocazione di gioiello

Quando severo s’alza il dito

Fra la falce ed il coltello

Dalla penombra feritoia

Osservo le sorti del mondo

Fra le persiane del mio sangue

Il plasma antico della abiure

In una triste geometria

Che non conosce la bugia

E questo oceano sulla pelle

Questa memoria delle stelle

Questo rumore per le strade

Che rompe gli argini e mi acceca

Quei suoi gesti disegnati

Con eloquio da profeta

Questo rumore mi tormenta

Come a un barbone il suo anatema

Come un’ombra che si attarda

A disegnare il mio teorema

E sul mio trucco vermiglio

Viene a sbattere furioso

Con la tempra dell’orgoglio

Con un ritmo rancoroso

C’est fini la mer c’est fini

Sulla sabbia si nasconde

Un granello di infinito

Che mi chiama dalle onde

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