La favola di Fido

Testo La favola di Fido:

Fido era un cane buono ma in quello stupido paese

non c’era nesun uomo che da padrone se lo prese

lo conoscevano un po tutti, Francesco il tabaccaio

i monelli e i farabutti, perfino il sindaco e il notaio.

 

Era sempre fra la gente o nella piazza che dormiva

ma lui vegliava con la mente su tutto ciò che succedeva

la sera fra i rifiuti ed al mattino era Morena

che sfamava lui ed i gatti con gli avanzi della cena.

 

Ma Fido era un cane buono ed ormai si era affezionato

e come quello di nessuno di giorno e notte era schernito

ma un giorno davvero strano come un raggio di sole

all’orizzonte ormai lontano spunto’ una cagna senza nome.

 

In cerca di fortuna e forse anche di un po’ d’amore

aveva gli occhi della luna e la coda di un colore

uguale a quelle notti quando insieme andarano via

da quel paese di bigiotti d’assurdità e d’ipocrisia.

 

Le mattine eran davvero strane, erano grigie e sembravan vuote

senza Fido per le strade ad andar dietro ad ogni “quattro ruote”.

ma la voce si diffuse e si misero in cammino

chi ordinate chi confuse le persone del paesino.

 

Lo cercavano un po’ tutti c’era Francesco il tabaccaio

i monelli e i farabutti persino il sindaco e il notaio

ma dopo qualche giorno di ricerche un po’ infruttuose

imboccarono il ritorno a testa china e a mani vuote.

 

C’era una volta un cane, era bianco e aveva

una macchia nera sul muso,

ogni volta che lo incontravano, lui mi guardava, scodinzolava

e poi … in silenzio se ne andava.

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